Riflessi di pietra
Gennaio 1, 2001

In occasione dell’apertura del museo del fossile a Palazzo Baisi di Brentonico, contenente la donazione al Comune della preziosa collezione di Osvaldo Giovanazzi, che conta più di 1200 esemplari di fossili raccolti nei dintorni della catena del Monte Baldo settentrionale, è stata installata la mostra dei lavori dedicati al Monte Baldo. Perlopiù carte prodotte dopo un viaggio di studio sul Baldo organizzato dal Museo Civico di Rovereto con la guida del pedagogista e archeologo Domenico Nisi e il suo assistente di allora Thomas Conci.

 

“Fra sassi, lastre di pietra e rocce ha avuto modo di osservare le grandi conchiglie, ammoniti, che hanno lasciato la loro antichissima vita fra le rocce trentine e del veronese. Così Maffei cerca di riportarle all’antica naturale bellezza disegnandole con un verde particolare, anche questo ricavato da succhi di piante note solo a lui e, con questo verde rappresenta queste grandi ammoniti preistoriche che sono sulla terra dalla notte dei tempi, lavorando in un campo estetico archeologico di sua invenzione: locale, particolare, singolarissimo” scrive Luigi Serravalli nella presentazione
Il verde del paesaggio che è anche il colore dominante del palazzo, dato che i primi abitanti del palazzo gestivano le miniere di terre verdi vicine a Brentonico, fa da sfondo al verde blu delle tavole esposte al secondo piano fra scene mitologiche come Leda e Zeus e paesaggi brentegani.

Numerose stanze affrescate, il salone a doppia altezza, la stanza delle colonne verdi, la stanza dei rapimenti (con affreschi del ratto delle Sabine e del rapimento di Elena di Troia) e la stanza delle arti (musica, architettura, geografia e pittura) offrono spazio ad installazione sonora che si inserisce armoniosamente nelle stanze vuote con la sola presenza di un mobile e di un quadro sospeso nel vuoto.