In attesa della 59esima Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia non potevamo mancare al Carnevale di Venezia.
Quest’anno sotto la direzione artistica di Massimo Checchetto, – scenografo del Teatro La Fenice – la manifestazione si ispira a Salvador Dalì che ne suggerisce il titolo “Remember the Future”.
Dopo due anni di “quaresima pandemica”, nonostante gli echi di una nuova tragedia ad oriente, assieme al fido fotografo Antonello Veneri ci siamo recati in Laguna per abbracciare la folla, i bambini ed i pazzeschi personaggi di Piazza San Marco per esorcizzare un incerto futuro che sembra portaci indietro di quasi un secolo.
“Camminando per Venezia, sebbene con una meta precisa, si è costretti a continui cambi di direzione, le calli terminano in una svolta; dietro ad una svolta una sorpresa, spesso una meraviglia, quasi sempre un futuro. Per il tema del Carnevale di Venezia di quest’anno ho pensato proprio al nostro futuro, quel futuro che questa Città piena di passato scatena in chi la vive. Proprio un luogo in perenne contraddizione, dove si fondono sogno e realtà” – dichiara Massimo Checchetto.
Ho sempre pensato che l’arte dimori al di fuori di essa e credo che il carnevale, proprio nella sua funzione popolare di gioco surreale e ribaltamento del reale al di là di ogni razionalità, come insegna Lewis Carroll altro non sia che lo specchio delle nostre vite .
Il tema che ho scelto per la mia performance è la laguna con i suoi colori e le sue luci: un vestito blu, azzurro, bianco riluce di infiniti riflessi perché la laguna di Venezia rappresenta la madre di questa città meravigliosa che si affaccia sul mare e sull’oriente. Un mare che come ci ha insegnato l’ospite che ci ha accolto alla stazione di Santa Lucia per i veneziani è acqua che non divide ma unisce i popoli. Mai come in questi momenti questo attualissimo augurio assume il significato di preghiera!